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Ho avuto l’onore e la fortuna di conoscere Onofrio Fanelli e Raffaele Foglia in occasione dei Convegni del Centro Nazionale di Studi di diritto del lavoro “Domenico Napoletano” (CSDN) quando Onofrio (1995) è succeduto, quale Presidente del Centro, a Mario Franceschelli, a sua volta subentrato al suo fondatore Domenico Napoletano, e Raffaele (2008) a Onofrio nello stesso incarico sino al 2013.
Fanelli e Foglia nella vita associativa del Centro hanno collaborato assiduamente e hanno rappresentato un binomio indissolubile perché Raffaele è stato Vice Presidente di Onofrio e quest’ultimo è stato Presidente onorario quando Raffaele è divenuto Presidente. Alla loro stretta intesa culturale e giuridica si deve l’ideazione scientifica dei migliori Congressi nazionali.
Impossibile in questa sede elencarli tutti. Tra i tanti vale la pena di richiamare il Convegno Nazionale tenutosi a Genova nel maggio 2013 su “I 40 anni del processo del lavoro” con l’apertura dei lavori di Raffaele Foglia, l’introduzione di Onofrio Fanelli e le relazioni dei professori Giorgio Costantino, Romano Vaccarella,Nico Dalfino, Raffaele De Luca Tamajo, Riccardo Del Punta, Giuseppe Santoro Passarelli, Gaetano Zilio Grandi e gli interventi dei magistrati Luigi De Angelis, Fabrizio Miani Canevari, Marcello Basilico, Guido Vidiri, Pietro Curzio, Carla Musella, Michele De Luca e dell’avvocato Roberto Cosio.
L’ attività di Onofrio e Raffaele di guida del Centro è stata fondamentale per la preservazione del pluralismo culturale dell’associazione giacchè sono state sempre valorizzate le diverse culture giuslavoristiche senza nessuna pregiudiziale ideologica incentivando il confronto tra giudici, avvocati e accademici.
Ricordo i molteplici incontri scientifici tenutesi negli uffici della Procura Generale della Cassazione, presso la quale all’epoca ero sostituto procuratore generale, preparatori del Convegno Nazionale svoltosi a Napoli il 28 e 29 gennaio 2005 sul tema dei “ Nuovi lavori e tutele” (i cui atti sono stati pubblicati dall’Editoriale Scientifica nel 2006) in occasione delle quali Onofrio e Raffaele contribuirono, in modo significativo, alla eleborazione del programma in piena aderenza alle innovazioni legislative dell’epoca, ricostruendo in una visione sistematica le nuove realtà del lavoro e le relative implicazioni sociali.
Lavoristi sì, ma proiettati in una dimensione più ampia che ha sempre permesso d’inquadrare gli istituti lavoristici a Fanelli nella teoria generale del diritto e a Foglia nel diritto europeo.
Figure eminenti di giuristi e gentiluomini che hanno contribuito all’affermarsi del prestigio e del successo del Centro divenuto nel “panorama della organizzazione della cultura giuridica, una fra le più autorevoli e longeve associazioni di studi” (così Giuseppe Meliadò, in atti del 50° Convegno Nazionale del CSDN, Cacucci 2022).
Onofrio Fanelli e Raffaele Foglia sono stati anche, e soprattutto, magistrati che hanno dedicato la loro vita professionale a questa funzione profondendovi con passione tutte le loro energie.
Non ho avuto occasione di indossare la toga con Onofrio, ma ho avuto con lui molti momenti di confronto di grande arricchimento culturale e giuridico. Le sue doti di sincera umanità e profondo acume giuridico l’hanno reso persona indimenticabile a quanti hanno avuto, come me, l’opportunità di conoscerlo.
Entrato in magistratura nel 1954 è stato nominato magistrato di tribunale nel 1959, magistrato di appello nel 1966, magistrato di cassazione nel 1970 e nel 1993 Presidente di sezione di Corte di Cassazione. Fuori ruolo al Ministero della Giustizia dal 1962 al 1968, è stato, nel 1970, applicato al massimario della cassazione e, infine, direttore dell’Ufficio del Massimario e, contemporaneamente, del Centro Elettronico di Documentazione (CED) della Corte di Cassazione. Nel settembre del 1998 è stato collocato a riposo per limiti di età.
La maggior parte della sua attività di giudice Onofrio l’ha svolta, quindi, presso la Corte di Cassazione quale componente della sezione lavoro e delle sezioni unite e, come detto, Direttore dell’Ufficio del massimario e del CED.
Sarebbe troppo lungo elencare le tante e importanti sentenze da lui redatte in questo lungo arco di tempo. In questa sede si possono ricordare le storiche pronuncie a Sezioni Unite rese in tema di: interpretazione dell'art. 1 della legge 26 maggio 1976 n. 215, sulla deroga all'art. 2112 cod. civ. in caso di cessione di azienda (n. 8640 del 08/08/1991) ; aspettativa sindacale e diritto alla indennità di maternità (n. 3092 del 16/03/1993); unificazione "ex lege" di più contratti a termine e retribuzione degli intervalli non lavorati (n. 2334 del 05/03/1991); inefficacia del licenziamento in stato di gravidanza o puerperio (n. 8535 del 21/08/1990); limiti del risarcimento del danno ex art. 18 della legge n. 300 del 1970 ( n. 2762 del 29/04/1985).
Quale Direttore dell’ufficio del massimario della Cassazione e contemporaneamente del Centro Elettronico di documentazione della Cassazione ha dato un importante contributo alla riorganizzazione dei due uffici implementando la funzione nomofilattica del massimario e il metodo di massimazione.
L’attività di Onofrio è continuata anche dopo il suo collocamento a riposo. E’ stato, infatti, designato dal Consiglio Superiore della Magistratura quale commissario ad acta per l’ottemperanza di delibere concernenti la nomina dei capi di alcuni importanti uffici giudiziari italiani. Ha diretto l’ufficio per l’elaborazione dei quiz preselettivi del concorso in magistratura.
Spesso sono andato a trovarlo in quest’ultimo ufficio, che si trovava nel Palazzo di Giustizia della Cassazione, ed ero sempre accolto con un sorriso cordiale e un abbraccio e lì ho avuto la possibilità di conoscere meglio Onofrio apprezzandone il suo brillante intuito giuridico.
A quei tempi era consueto incontrare nei corridoi del “Palazzaccio” il Presidente Fanelli perché, anche se a riposo come magistrato, aveva assunto incarichi di rilevo che solo una figura di alto livello poteva svolgere.
Onofrio, però, non ha dedicato le sue capacità giuridiche solo alla magistratura ma anche, come si legge nella coperta del fascicolo n.10 del 2021 che gli è stata intitolata, sin dal 1952, alla prestigiosa rivista del Foro Italiano divenendo, poi, direttore del Repertorio del Foro Italiano dove riorganizzò il metodo di classificazione delle sentenze.
E’ stato autore di pubblicazioni in materia di diritto del lavoro ed automazione nelle Pubbliche Amministrazione. Ha diretto la collana “Pratica Giuridica” edita da Giuffrè.
Nel 1999 è stato nominato Cavaliere di gran croce al merito della Repubblica Italiana.
L’ultimo ricordo di Onofrio Fanelli che porto con me è stata la sua appassionata partecipazione alla riunione del direttivo del Centro Nazionale di studi di diritto del lavoro, avvenuta nella primavera del 2021, tenutasi nell’ufficio, presso la Corte di Cassazione, di Presidenza del Tribunale Superiore delle Acque pubbliche. Sorridente, come era sua abitudine, ci ha dato ancora una volta prova, oltre che della sua amicizia, anche della sua saggezza e sapere giuridico.
Ho partecipato, quale consigliere della sezione lavoro della Cassazione, ad alcuni collegi di cui ha fatto parte anche Raffaele Foglia e questo avvenne al suo rientro dalla Corte Costituzionale dove aveva svolto le funzioni di assistente di studio dei giudici costituzionali Luigi Mengoni e Luigi Manzella.
In questa mia, sia pur breve, esperienza di colleganza di lavoro ho avuto modo di rendermi conto dell’ampiezza del pensiero giuridico di Raffaele che non mancava mai di rilevare, nelle varie questioni lavoristiche affrontate, gli aspetti costituzionali e di diritto europeo.
Raffaele è entrato in magistratura nel 1967 conseguendo, nel 1969, la nomina a magistrato di tribunale e, nel 1980, quella a magistrato di appello seguita, nel 1987, da quella a magistrato di cassazione e poi, nel 1995, l’idoneità alle funzioni direttive superiori con la nomina, nel 2010, a Presidente di sezione di Cassazione venendo collocato a riposo a fine del 2011.
Nell’arco della sua carriera in magistratura è stato, tra l’altro, membro delle Commissioni ministeriali sulla riforma del processo civile e sulla tutela della privacy e consulente del Ministero degli Affari Esteri per l’elaborazione e sottoscrizione di due trattati internazionali, recanti innovazioni in materia di diritti d’autore, siglati a Ginevra nel 1996.
E’ stato docente di diritto del lavoro e diritto sindacale presso le Università di Teramo, dell’Aquila, di Roma La Sapienza, della LUM e di diritto comunitario del lavoro presso la Luiss.
Ha presieduto due Commissioni di studio per la riforma del processo del lavoro e previdenziale istituite, rispettivamente nel 1997 e nel 2000, in sede ministeriale.
Non solo giuslavorista ma anche costituzionalista, processualista ed esperto in diritto comunitario.
Le sentenze delle quali è stato estensore presso la sezione lavoro e le sezioni unite della Cassazione sono espressione di questa sua cultura e sensibilità.
In questa sede si possono richiamare, tra le tante, quelle: sulla necessità nel licenziamento oggettivo di salvaguardare la dignità umana del lavoratore garantita dalla Costituzione e dall'art. 30 del Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 (n. 21967 del 27/10/2010); sulla ammissibilità della reintegrazione nella ipotesi di licenziamento intimato dalla società incorporata che abbia conservato la propria identità in conformità alle condizioni previste dalla normativa comunitaria (direttiva n. 77/187/CE) ( n. 19000 del 02/09/2010); sul discrimine temporale del 30 giugno 1998, del trasferimento al giudice ordinario delle controversie del pubblico impiego privatizzate ancorato all’ avveramento dei fatti materiali e delle circostanze posti a base della pretesa avanzata, ( S.U. n. 9101 del 03/05/2005); sui poteri istruttori officiosi del giudice in sede di opposizione ad ordinanza ingiunzione (n. 7011 del 05/04/2005) e, infine,sulla nozione di giusta causa e "giustificatezza" del licenziamento del dirigente (n.27 del 03/01/2005).
L’attività di studioso di Raffaele si è affermata oltre che in ambito giudiziario anche in quello scientifico con la pubblicazione di monografie ed articoli, in materia di diritto comunitario, diritto del lavoro e diritto processuale che sono stati apprezzati dalla dottrina più accreditata. Ha diretto dal 1995 la rivista “Il diritto del lavoro”.
Anche di Raffaele porto con me il ricordo di una delle ultime occasioni in cui ho avuto la possibilità d’incontrarlo. Ci trovavamo nella sua bella casa in via Reno a Roma e con Fanelli abbiamo discusso di diritto del lavoro e dei programmi dei futuri convegni che il Centro Nazionale di Studi di diritto del lavoro “Domenico Napoletano” avrebbe dovuto organizzare.
Onofrio e Raffaele ragionavano di diritto in piena sintonia ed in piena sintonia hanno per un lungo periodo guidato il Centro e sapendo cogliere immediatamente i mutamenti del diritto del lavoro hanno organizzato cultura assumendo tempestive iniziative di dibattito e confronto sui temi più attuali e sensibili del mondo del lavoro.
Sentiremo la loro mancanza e il prossimo Convegno Nazionale sarà a loro dedicato.

 

 

 

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