Editoriale del numero 1/2018

 di Piero Martello

Il precedente numero di Lavoro Diritti Europa ha registrato un consistente numero di accessi: oltre 12.400.
Si tratta di un ragguardevole risultato che costituisce conforto per il lavoro svolto e stimolo per l'impegno futuro.
Il numero degli accessi costituisce, oltre che un successo (per altro non trascurabile), una conferma della validità della scelta editoriale che caratterizza la Rivista.
Che si qualifica, innanzitutto, per l'attenzione privilegiata alla prospettiva comunitaria del diritto del lavoro, che è una realtà ormai consolidata sulla base della normativa europea e della giurisprudenza delle Alte Corti sovranazionali. E per l'obiettivo di sviluppare fra i soggetti interessati una sempre più diffusa consapevolezza e conoscenza dei connessi profili giuridici e giurisprudenziali.
La scelta editoriale è stata, e sarà, quella di rivolgersi non solo al consueto circuito di avvocati, magistrati, accademici, ma di allargare l'interlocuzione a tutti quei soggetti che per ragioni di lavoro, di studio, di ricerca, di attività professionale, associative, istituzionali si confrontano abitualmente con la problematica del diritto e del mondo del lavoro.
Significativa, e confortante, pare la risposta dei lettori all'invito alla partecipazione alla Rivista: sono giunte, infatti, numerose proposte e indicazioni sui temi da trattare in LDE, così come tante offerte di collaborazione, molte delle quali si sono tradotte in contributi a questo numero della Rivista sotto forma di note a sentenza, saggi, commenti.
Crediamo che si sia realizzata, quindi, una proficua convergenza di prospettive diverse e di sensibilità eterogenee , accomunate dall'intento di individuare nel diritto e nella giurisprudenza del lavoro una soluzione o, almeno, una chiave di lettura dei problemi che interpellano la realtà mutevole e cangiante del mondo del lavoro.
Rientra in tale ottica la scelta di dare spazio, accanto ai nomi dei Maestri noti e di consolidata notorietà, anche ai contributi delle ultime generazioni di studiosi che già sono ,e ancor più saranno negli anni a venire, protagonisti della Dottrina giuslavoristica.
Nella stessa prospettiva si colloca la collaborazione di Magistrati di ogni grado che, in tal modo, affiancano il frutto dell'esperienza giurisprudenziale alla riflessione teoretica.
Alla base di tali risultati si pone l'apporto di una qualificata compagine redazionale, rappresentativa dei diversi ambiti scientifici, giurisdizionali, professionali, alla quale va il più sentito ringraziamento.
Confidiamo che questo impegno di LDE continui a meritare anche per il futuro il consenso, l'approvazione, il sostegno dei lettori.

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