Editoriale del numero 1 del 2019
di Piero Martello
Negli ultimi mesi si sono registrate molte novità, legislative e giurisprudenziali, di grande rilievo nel campo del diritto e dei rapporti di lavoro.
Basti pensare alla sentenza n. 194 della Corte costituzionale, all'ultima sentenza di Torino sui riders, al reddito di cittadinanza, al "decreto dignità" e ai contratti a tempo determinato, alla "quota 100".
I giuristi, avvocati, accademici, magistrati, gli imprenditori e le associazioni di categoria (destinatari e fruitori di LDE) se ne sono occupati, e continueranno a farlo, per capire, spiegare, fare previsioni.
Quale che sia il giudizio dal punto di vista dei contenuti, dell'efficacia e degli effetti, va doverosamente preso atto di tali nuovi interventi; e ci si deve accingere a dare ad essi adeguata applicazione giurisdizionale, pur nel contesto della doverosa attività di interpretazione rimessa ai giudici, agli avvocati, alla dottrina.
Attività interpretativa che è posta di fronte a una importante sfida, resa ancora più impegnativa dal mutato quadro normativo e giurisprudenziale, che ha introdotto modifiche o, quanto meno, profondamente inciso, su alcune consolidate e tradizionali categorie giuridiche del diritto del lavoro.
Riprendendo una vecchia citazione, si potrebbe dire: "grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente ".
Sulla prima parte della massima è facile essere d'accordo; sulla seconda parte è lecita qualche perplessità.
Il tempo e l'esperienza applicativa diranno chi ha avuto ragione, chi ha indovinato o, almeno, chi è andato più vicino al giusto e all'utile nella individuazione degli strumenti idonei per conseguire gli obiettivi prefissati; oltre che sulla validità di tali obiettivi.
E ciò, per riprendere un'altra citazione, "lo sapremo solo vivendo".
Per contribuire alla riflessione, questo numero di LDE ha concentrato l'attenzione su due temi al centro del dibattito (la sentenza n.194, il "caso Foodora"), sollecitando il contributo di riflessione di qualificati Autori (accademici, avvocati, magistrati, parti sociali), e ottenendo una pluralità di voci e di opinioni spesso di orientamento diverso, che è prevedibile aiuteranno a "fare il punto" sull'attuale stato del dibattito; e, verosimilmente, ne solleciteranno un ulteriore sviluppo.
Accanto ai temi più tipicamente giuridici, LDE continua a proporre contributi di natura filosofica, che pare importante coltivare in una materia dai forti connotati "valoriali", qual è il diritto del lavoro che, per sua natura e per esplicita previsione costituzionale, incide non solo sulla organizzazione del lavoro e sull'impresa, ma anche sulla persona del lavoratore, sulla sua dignità, sulle sue aspettative di realizzazione personale, oltre che professionale.
Anche il precedente numero di LDE ha registrato un crescente numero di accessi, con una progressione numerica che va al di là delle più ottimistiche previsioni.
Ciò è motivo di compiacimento per la Redazione, perché dà il segno e la misura della bontà della formula editoriale e del gradimento dei lettori.
Ai quali, così come agli Autori che hanno collaborato con i loro contributi, va il ringraziamento per l’attenzione dimostrata, che costituisce ulteriore stimolo all’impegno futuro di LDE.
Con l'obiettivo di fornire ai lettori elementi di riflessione teoretica e, al tempo stesso, utili spunti applicativi.
Il che costituisce la ragione fondativa e di persistenza di una Rivista "nuova" di diritto del lavoro, come programmaticamente ambisce ad essere LDE.