TESTO INTEGRALE CON NOTE E BIBLIOGRAFIA

La legalità è un pilastro fondamentale della professione del Consulente del Lavoro: rispettare le leggi, combattere l'abusivismo, promuovere la parità di genere e l'inclusione sociale e diffondere una cultura della legalità sono un imperativo categorico per la professione.
La Legge n. 12/1979 identifica nella legalità un valore trasversale che deve guidare ogni scelta professionale. È con questo spirito che l’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Milano continua a promuovere iniziative volte a rafforzare il legame tra etica professionale e sviluppo economico, affinché ogni adempimento diventi un tassello fondamentale per un futuro più equo e sostenibile.
Per i Consulenti del lavoro oggi, così come nel passato e con maggiore incisività per il futuro, Il concetto di legalità rappresenta il fondamento imprescindibile per il corretto funzionamento della società e del mercato del lavoro. E non si può che ricordare quanto a tal proposito scrive il Legislatore del 1979 nella legge n.12 recante Norme per l'ordinamento della professione di consulente del lavoro, che offre una chiave di lettura importante per capire e fare propri i principi di trasparenza, responsabilità e rigore da integrare nelle attività professionali.
La legalità si lega alla terzietà che devono rispettare i Consulenti del Lavoro nell’esecuzione della loro attività professionale. I Consulenti del Lavoro non operano a vantaggio del proprio assistito essendo chiamati a garantire proprio il rispetto della legalità. Legalità giuridica, amministrativa, gestionale, antidiscriminatoria e così via. Il rapporto di lavoro deve costituire, ancor prima che un rapporto giuridico, un rapporto interpersonale tra persone che si obbligano reciprocamente per dare vita alle sinergie necessarie per lo sviluppo delle imprese e delle persone che per esse lavorano e si impegnano.
Il contesto normativo e socio-economico attuale è caratterizzato fortemente da una complessità normativa (che persiste, nonostante a gran voce si invoca da più parti una reale semplificazione sia a livello normativo e, di conseguenza, operativo) e da esigenze in continua evoluzione – il pensiero corre inevitabilmente alle sfide che ci lancia quotidianamente la tecnologia sul versante dell’intelligenza artificiale-: ed è naturale ripensare il e al ruolo dei consulenti del lavoro che non deve limitarsi unicamente ad assistere le imprese nel rispetto degli adempimenti, ma che deve configurarsi come il garante di una condotta etica e trasparente.
Oltre alla Legge n. 12 del 1979, sempre attuale - nonostante abbia compiuto oltre 40 anni di vita e il contesto storico e normativo (nonché socio-economico) di riferimento sia decisamente mutato - proprio perché ha saputo introdurre principi innovativi in tema di trasparenza, controllo e responsabilità amministrativa che sono le basi per un ordinamento in cui il rispetto delle regole non è concepito come un mero adempimento burocratico, bensì come un impegno etico e civile, il legislatore italiano ha affidato alla Categoria dei soli Consulenti del Lavoro e non a tutti gli altri professionisti, che sono stati autorizzati a svolgere gli adempimenti in materia di lavoro dalla stessa legge 12, le specifiche attività di selezione, formazione, outplacement e intermediazione di manodopera che diversamente dovrebbero essere svolte da soggetti che dimostrino, e vengano autorizzate dal Ministero del Lavoro, competenze professionali, territoriali ed economiche. Attraverso la nostra Fondazione per il Lavoro i Consulenti del Lavoro sono l’agenzia del lavoro più grande d’Italia e giuocano un ruolo attivo soprattutto nelle politiche attive del lavoro. Inoltre, con accordo ministeriale, ormai risalente di oltre dieci anni, i Consulenti del Lavoro possono asseverare, tramite procedura ASSE.CO. la correttezza delle aziende nella gestione delle risorse umane e, laddove previsto, ottenere vantaggi competitivi in gare d’appalto pubbliche.
La legge istitutiva della categoria dei Consulenti del lavoro e le altre leggi integrative, si pongono come monito e guida per i professionisti che devono affrontare oggi le moderne esigenze di gestione e controllo interno, esortandoli ad un costante aggiornamento e ad un’azione preventiva nei confronti di comportamenti illeciti.
Un focus particolare nella Legge n. 12/1979 si concentra nell’importanza della trasparenza nelle procedure amministrative e dell’adozione di meccanismi di controllo idonei a prevenire abusi e pratiche scorrette. Tali disposizioni hanno anticipato e influenzato successivi interventi legislativi, quali il D.lgs. 276/2003 e il D.lgs. 81/2008, consolidando un quadro normativo che continua a orientare il comportamento deontologico dei consulenti del lavoro.
Tra gli aspetti più rilevanti che caratterizzano la quotidiana attività dei Consulenti del lavoro nell’esercizio delle funzioni tipiche della professione si evidenzia che fondamentale è poter disporre di procedure trasparenti e di adeguati sistemi di controllo.
Ogni procedura – dalla gestione delle risorse umane alla verifica degli adempimenti fiscali e previdenziali – deve essere conforme ai criteri di trasparenza riducendo così il margine di comportamenti illeciti e favorendo un clima di fiducia reciproca, che proprio il Consulente del Lavoro deve potere attuare e favorire forte del proprio know-how ed esperienza.
Il Consulente del lavoro è chiamato anche, in aderenza al principio di responsabilità, centrale nella Legge n. 12/1979, ad un’attività di consulenza che sia preventiva e orientata alla gestione dei rischi. Un ruolo, dunque, che si può definire proattivo nell’identificazione di potenziali criticità e che si sostanza nella promozione di misure preventive per evitare contenziosi e situazioni di rischio per l’azienda.
In ultimo, ma non per questo meno importante, è il richiamo, forte, al rispetto del codice deontologico che definisce i contorni etici della professione e sottolinea il dovere di responsabilità dei professionisti, oltre, che, naturalmente, al rispetto della normativa.
Integrando questi principi nella propria attività, caratterizzata da una robusta componente basata sulla costante formazione, il Consulente del lavoro diventa un attore determinante nella costruzione di un ambiente lavorativo fondato sulla giustizia, l’equità e la trasparenza.
Chiudo con un breve cenno, ma che è anche un auspicio per il futuro: in questo contesto diventa vieppiù importante e funzionale creare e, laddove già esistenti, rafforzare i contatti con le istituzioni - Inps, Inail, enti del territorio - che nel loro quotidiano agire, lavorano per mantenere alti gli standard di qualità del lavoro contrastando azioni e sacche di illegalità. Un’azione che sia condivisa nelle idee e nelle finalità non può che produrre risultati a tutela dei lavoratori preservando e premiando, al contempo, anche i datori di lavoro virtuosi.

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