testo integrale con note e bibliografia
Ha visto la luce nei giorni scorsi, con l’editore Pacini di Pisa, la seconda edizione del volume Infortuni sul lavoro e malattie professionali, a cura di Luigi La Peccerella.
Il breve lasso di tempo trascorso dalla prima edizione del 2021 già costituisce di per sé indice del successo riscosso.
Ma ovviamente non sono queste le sole ragioni di validità e apprezzamento dell’opera.
Intanto la qualità degli Autori: Luigi La Peccerella, che si professa curatore dell’opera, ma che le ha dato in realtà l’impronta, redigendo la maggior parte dei capitoli, da sé o in unione con gli altri Autori, L. Di Salvo, R. Di Tucci, E. Gambacciani, T. Gibiino, L. Romeo, tutti esperti del ramo e profondi conoscitori della materia. Egli è stato per lunghi anni Avvocato generale dell’Inail; non stiamo perciò parlando solo di uno studioso o di un osservatore esterno, ma di una persona che dall’interno è stato co-artefice del sistema di sicurezza sociale, attraverso molteplici strumenti e direzioni: con la consulenza nei confronti degli altri organi di vertice dell’Istituto; con le direttive nei confronti degli organi periferici nella soluzione di casi nuovi e problematici, e per questo motivo prospettati alla guida dell’Avvocatura generale; con le difese in giudizio davanti alle Alte Corti, nelle quali ha formulato e argomentato tesi coerenti con la visione costituzionale (a volte anche in difformità a precedenti restrittivi dell’Istituto), e per questo condivise e fatte proprie dalle Corti, contribuendo così alla elaborazione di una giurisprudenza costituzionalmente orientata verso una espansione soggettiva ed oggettiva delle tutele. Egli ha contribuito da tempo in maniera decisiva a propugnare valori che sono diventati ora patrimonio comune, come la necessità di una universalità delle tutele, in una attuazione tuttavia rispettosa, sul piano operativo e con riguardo al proprio ruolo istituzionale, dei vincoli legislativi esistenti.
Solo alcuni esempi perché non sembri un discorso falsamente elogiativo.
Prendiamo solo il tema dell’ infortunio in itinere.
Sollecitato da associazioni ambientaliste, il Ministero Lavoro ha chiesto il parere dell’Inail sulla richiesta che l’uso della bicicletta fosse considerato come sempre necessitato al fine della tutela dell’ infortunio in itinere. L'Avvocatura Generale ha espresso parere positivo; ha lavorato sul concetto di rischio, rilevando che se il lavoratore percorre il tragitto casa-lavoro in bicicletta, su piste interamente ciclabili, separate dal traffico veicolare, non sussiste più il relativo rischio, ed il percorso va parificato a quello a piedi, svolto su marciapiedi tendenzialmente separati dal traffico veicolare, e come questo rientrante nella tutela, in particolare nella occasione di lavoro. Sono interessanti le motivazioni del parere: in primo luogo, come si è detto, considerazioni circa il grado di rischio ma, subito dopo, l'apprezzamento per le esigenze ambientali di promozione del trasporto non inquinante, così allargando l’orizzonte sistemico ad interessi generali comprensivi di quelli lavorativi.
Il Ministero ha recepito integralmente il parere dell’Avvocatura; l’assetto normativo che ne è derivato è stato consacrato nella legge 28 dicembre 2015 n. 221, che detta norme in materia ambientale, la quale, in nome delle stesse esigenze ambientaliste a base del parere dell'Inail, spazza via ogni sottile distinzione circa il tracciato del percorso e dispone tout-court che il percorso in bicicletta è sempre tutelato, inserendo in questi termini un apposito periodo in calce al comma terzo degli articoli 2 e 210 nel testo unico 1124.
Per il periodo precedente ha provveduto la Corte di legittimità con la sentenza 13 aprile 2016 n. 7313, che ha attribuito alla norma citata carattere interpretativo.
Uno dei tanti esempi di quel processo circolare di creazione del diritto che ha caratterizzato e continua a caratterizzare la formazione e sviluppo del sistema di tutela infortunistico.
Altri esempi nello stesso ambito e della stessa provenienza: la tutela copre anche gli eventi occorsi all’inizio dell’iter in ambito condominiale, in base al criterio suggerito dall’Avvocatura della prevedibilità ed evitabilità dell’evento, che appare più coerente con le specificità di sistema di quello giurisprudenziale che fa leva sul controllo delle condizioni di sicurezza affidato al soggetto proprietario; così pure l’infortunio in itinere occorso nella rete viaria interna di un condominio diffuso, che abbia caratteristiche analoghe a quelle della rete pubblica, perché, ad es. aperte al traffico di un numero indeterminato di veicoli; ammette il covoiturage, sull’esempio dei Paesi fratelli; la deviazione dell’iter per esigenze familiari, come accompagnare il figlio minore a scuola, etc..
Decisivo è stato il contributo anche in altri ambiti, come quello della pluralità dei rischi nelle attività didattiche, o l’applicazione della norma più favorevole nella successione delle diverse tabelle delle malattie professionali.
Ma l’elenco sarebbe troppo lungo, e ci dobbiamo fermare qui.
Venendo ai contenuti, ispirati ai valori accennati, il volume si apprezza insieme per la sua completezza e densità.
Ricorda in apertura le linee essenziali del processo storico di sviluppo; prosegue poi nella trattazione della materia secondo la ripartizione tradizionale di tali opere.
Per l’ambito soggettivo, si sofferma, pour cause, sugli interventi additivi più recenti, successivi alla precedente edizione, quali il lavoro su piattaforma ed in particolare i riders, i giornalisti, i lavoratori sportivi, il personale dello spettacolo, l’attività didattica.
Per gli eventi tutelati, dà il giusto rilievo alla ultima tabella delle malattie professionali, approvata nell’ottobre 2023, che ha fatto finalmente chiarezza, con il determinante contributo della competente direzione generale dell’Inail, sulle malattie non nosologicamente definite, espellendole dalla tabella, e così restituendola alla funzione presuntiva sua propria.
Seguono i capitoli dedicati alle prestazioni, la responsabilità civile per infortunio e malattia professionale, le azioni di rivalsa dell’Inail, il contenzioso, il sistema di finanziamento.
Particolarmente importante l’ultimo capitolo dedicato alle ulteriori funzioni dell’Inail, ormai traghettato dalla originaria funzione assicurativa a quella attuale di garante della salute e sicurezza sul lavoro, in primo luogo tramite la prevenzione e poi la riabilitazione ed il reinserimento lavorativo, con una trattazione approfondita sulla parità dei diritti dei disabili nella normativa sovranazionale e in quella nazionale.
Chiude un cenno alle sfide dello sviluppo dello sviluppo tecnologico, in connessione con il trend demografico, ed un auspicio a conservare e adeguare a tali sviluppi l’approccio antropocentrico che afferma proprio dell’Inail (come si esprime peraltro nel titolo stesso altra opera di analoga provenienza, mi riferisco a G. Corsalini, La centralità del lavoratore nel sistema di tutela Inail), e come ripetono ora anche i vertici dell’Istituto.
Colpisce favorevolmente nell’insieme la concisione cesariana, la precisione e affidabilità delle indicazioni, il profumo del vissuto che si respira in tutto il racconto, e questo è un motivo non ultimo del fascino di questo volume.