1. La struttura del volume.
Il volume di Daniela e Leonardo Carbone, edito da La Tribuna, offre una trattazione autorevole e completa dell’ordinamento previdenziale dell’avvocatura, argomento che - pensato per le esigenze della categoria cui è destinato – rappresenta un importante tassello nel quadro del più generale sistema di sicurezza sociale e risulta di grande supporto per orientare tutti gli operatori del diritto chiamati a confrontarsi con tale complessa e frammentaria materia.
Il volume si apre con la presentazione del Presidente della Cassa Forense che lo assimila “ad un servizio utile a comprendere sistematicamente il sistema della disciplina forense”, mentre un Maestro della previdenza sociale, Maurizio Cinelli, firma la Prefazione dell’opera mettendo sin da subito in luce i motivi di interesse per lo specifico argomento in un momento storico delicato -direi, di snodo- per la categoria forense dando atto dell’importante obiettivo raggiunto da padre e figlia, da sempre attenti ai problemi della previdenza di categoria, nell’affrontare problematiche specifiche e complesse “felicemente” coniugando teoria e pratica.
L’opera si articola in 15 capitoli in cui gli Autori riversano una lunga esperienza comune professionale e di ricerca nella materia. Dopo aver dato conto in generale della previdenza dei liberi professionisti, si dedicano esaustivamente a delineare origini, funzioni e caratteristiche strutturali della Cassa Forense e il delicato passaggio da ente pubblico ad ente privatizzato.
Merito degli Autori è quello di accompagnare il lettore nella conoscenza dei tratti salienti della previdenza forense attraverso i principi fondamentali, illustrando dapprima i più recenti interventi della Corte costituzionale, per poi passare a vagliare i contenuti delle diverse tutele e trattamenti sia previdenziali che assistenziali.
Il volume si chiude con una appendice normativa contenente lo Statuto della Cassa Forense del 18 novembre 2015, il Regolamento Generale della Cassa forense del 21 luglio 2017 e il Regolamento Unico della previdenza forense approvato dal Comitato dei delegati con delibera del 21 febbraio 2020.
2. Le difficoltà di una categoria a cavallo tra due secoli.
Tratteggiati così gli aspetti descrittivi del volume, occorre dar conto dell’importanza di un tale lavoro di ricostruzione nel nostro contesto storico giuridico in cui le professioni liberali cambiano fisionomia per adattarsi ad una realtà che rispetto al secolo scorso è completamente mutata. La professione dell’avvocato è indiscutibilmente una di quelle che ha subito più “alterazioni”, innanzitutto per il numero sempre crescente di iscritti all’Albo, che ha indotto il legislatore a introdurre con legge 31 dicembre 2012, n. 247 (aggiornato da ultimo, con le modifiche apportate dal D.L. 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla L. 17 luglio 2020, n. 77) la nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense, con l’obiettivo di consentire l’accesso e la permanenza nella professione di avvocato a coloro che la esercitano effettivamente e per garantire una maggiore qualificazione e preparazione dei professionisti.
In tale delicata fase di transizione si è innestato il procedere rapido dello sviluppo tecnologico con il suo bagaglio di vantaggi nella tenuta dei fascicoli e nell’alleggerimento delle cancellerie dei tribunali, ma anche con un grande carico di nuove problematiche che investono svariati profili che spaziano dall’utilizzazione di software per la tenuta e il deposito degli atti, alla riorganizzazione degli studi professionali, fino ad investire tematiche più squisitamente giuridiche.
L’innovazione tecnologica ha, poi, trovato un “alleato” (purtroppo n.d.r.) nella diffusione epidemiolologica del Covid-19 durante la quale si è fatto largo uso di udienze svolte attraverso piattaforme digitali, con accelerazione del processo di informatizzazione degli Uffici giudiziari e degli studi legali.
Un contesto, questo, che mostra come sia importante il ruolo della Cassa di fronte a sfide nuove e come essa possa diventare un baluardo per una categoria dove diventa sempre più fondamentale l’esigenza di un rafforzamento del criterio solidaristico che, peraltro, dovrebbe animare l’intero sistema previdenziale.
A tal proposito, possono richiamarsi le diverse strategie elaborate dalla Cassa per gestire l’emergenza Covid-19 attraverso politiche di welfare, sostanzialmente sospendendo versamenti e adempimenti per non gravare sugli iscritti, aiutando in caso di contagio o quarantena, gestendo i problemi contingenti tra cui la scarsa liquidità. Un apporto che comunque deve tener presente ogni situazione di crisi in cui il professionista possa venirsi a trovare e non deve perdere di vista il fondamentale obiettivo di garantire l’equità sia nei rapporti intergenerazionali che intragenerazionali, attraverso prestazioni adeguate.
3. Alcuni spunti di riflessione tra teoria e pratica.
Nonostante gli argomenti trattati siano altamente tecnici e specifici, il volume è di agile lettura e consultazione: offre un valido supporto agli operatori pratici chiamati a risolvere questioni concrete, ma diventerà ben presto anche un utilissimo punto di partenza per le riflessioni e gli studi dei teorici della previdenza sociale.
Infatti, viene ben messo in luce come le attuali problematiche e le prospettive di riforma dell’accesso alla previdenza categoriale degli avvocati non possono non essere inquadrate nell’ambito dell’evoluzione del sistema pensionistico in generale, tenendo conto delle linee seguite dal legislatore in materia. Considerato che la Cassa forense, al pari delle altre Casse dei liberi professionisti, attua la tutela prevista dall’art. 38 Cost., senza alcun «aiuto» da parte dello Stato o della collettività, sarebbe auspicabile un rafforzamento della contribuzione alla cassa di previdenza categoriale anche per tutte le attività eventualmente svolte dal libero professionista. In questo modo, infatti, il sistema risulterebbe più razionale, riducendo quantomeno la duplicazione di regimi e trattamenti previdenziali, in ossequio all’esigenza di semplificazione dell’organizzazione della pubblica amministrazione e dei suoi enti. La prospettiva, dunque, dovrebbe proprio essere quella per cui la Cassa forense rappresenti sempre più un tassello fondamentale di un equilibrato sistema di sicurezza sociale.