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Daniela Verducci, già professore associato di Filosofia Morale presso l’Università di Macerata, svolge, dal 2018, come docente a contratto, un Seminario Avanzato di Fenomenologia presso il Dipartimento di Studi Umanistici-Sezione di Filosofia della suddetta Università.
Il suo interesse per il tema del lavoro, sorto seguendo l’innovativa linea di ricerca di filosofia del lavoro, inaugurata da Francesco Totaro negli anni ’80 del Novecento, si è inizialmente espresso nella traduzione in italiano del saggio di Max Scheler, Lavoro ed etica. Saggio di filosofia pratica (Città Nuova, Roma 1997). Con il volume Il segmento mancante. Percorsi di filosofia del lavoro (Carocci, Roma 2003) si è inteso, poi, intraprendere un cammino riflessivo di restituzione al lavoro della sua valenza essenziale di trascendentale della realizzazione. Gli interventi più recenti in tema di lavoro sono volti a cogliere l’immanenza del lavoro alla vita, in vista del recupero della sostenibilità antropologica ed ecologica del lavoro, oltre la sua requisizione economicistica moderna (cfr.: Work and the Person in the Pandemic: Towards a Generative Evolution, “Philosophical News”, 20 (2020), pp. 101-112).
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