TESTO INTEGRALE CON NOTE E BIBLIOGRAFIA

Premessa.
Il lavoro, il diritto e la natura sociale dell’economia hanno radici più antiche e profonde dei mercati, poiché lavoro, società e diritto nascono con l’essere umano e con il desiderio di uno stato di benessere per una comunità. Non nascono con il prezzo, non con il salario, non con lo stipendio; ovvero non con le unità di misura. Bensì con la valutazione, il perseguimento e la distribuzione di un flusso di ricchezza e benessere (reddito) e la gestione di un fondo (patrimonio). Si pensi ad esempio al Reddito pro capite, al PIL pro capite e al Rob Index: indicatore della distribuzione di ricchezza e del reddito di obiettivo benessere di una comunità. Sulle basi di tali riflessioni ed indicatori si delinea un concetto ampio di reddito individuale nella Società Civile. Un concetto di Reddito Civile che misuri, superi, integri il tema del salario minimo, della retribuzione e proponga misura del corrispettivo idoneo per assicurare livelli di dignità, capacità di consumo e sostenibilità economica in una Società del Benessere con affidabile metodo di calcolo e principio econometrico di assegnazione.
Le lezioni della Storia, l’accelerazione tecnologica e le crisi a vario titolo concentratesi, oggi, hanno posto in discussione alcune relazioni di fondo dell’economia e della società: fiducia, disoccupazione, inflazione, recessione, crescita, reddito, risparmio, umori della pubblica opinione, obiettività, consenso, investimento, finanziamento. È doveroso il richiamo metodologico al Diritto e alle “variabili forti” per la comprensione dello stato attuale, anche nella ricerca di soluzioni con il “dato grezzo” incontrovertibile e il loro processo di raccolta, trasformazione in informazioni fruibili. L’idea di rappresentare i “valori forti”, il Reddito (la variabile flusso; in luogo del Salario) e il Patrimonio (la variabile fondo in luogo del Capitale) si propone a vari livelli nel Nostro Paese. Anche per tutelare le dinamiche sociali e civili, anche nella povertà delle comunità che fruiscono del reddito e che investono il patrimonio attualmente intimorite da inflazione, disoccupazione e recessione. Riferirsi al Reddito Civile offre metodo per superare, inoltre, le concettualità assistenzialiste, a somma zero, e suggerire elementi di politiche sociali, economiche e industriali.
Nondimeno appaiono riduttive alla visione giuslavorista di chi scrive, le definizioni di “salario minimo legale” e di “lavoro povero” e ne suggeriscono doverosi ampliamenti scientifici e civici, temi costituzionali, economici, etico-sociali e giuridico-legali, anche in una logica della “coscienza hegeliana”. Sorge il concetto applicativo del Reddito Civile nella Nostra Società: un contributo giuridico ed economico, di coinvolgimento costituzionale e istituzionale ordinato alla soluzione tecnica. È prospettato ut infra, un intervento sul Reddito Civile che ha implicazioni dirette sulla generazione e distribuzione del PIL. Prodotto Interno Lordo del Paese e proiezione nella dimensione sociale di conformità sono centrali per la governance economica dell'Unione Europea per la sostenibilità sociale e giuridica del debito pubblico. Tale ultima, appare inderogabile necessità che derivi dalla promozione di una crescita sostenibile e inclusiva per gli Stati UE; forte di riforme e investimenti all’interno del Patto di Stabilità e Crescita.
Il Reddito Civile
Il “Redito Civile” risulta elaborato dal Prodotto Interno Lordo e ne costituisce una trasposizione possibile, per obiettivi e finalità, da condividere in chiave macroeconomica e giuridica.
L’obiettivo per la determinazione del “Reddito Civile” è duplice:
1) giungere ad un numero, valore per astrazione, denominato “Reddito Civile”, con spirito proattivo e rigore metodologico. Tali non negano e/o mitigano il significato di “strumento”. È appropriato parametro di misurazione del cambiamento e fattore di alimentazione selettiva dello stato di salute sociale;
2) rendere il “Reddito Civile” nella sua misurazione un “ponte concettuale” per la comprensione oggettiva, l’accertamento dei fatti, le azioni conseguenti, i rischi connessi. Indubbia è l’esperienza raccolta dell’approccio giuslavorista. Ciò risulta utile per l’impiego sistemico lungo le prospettive del “policy making” e gli attuali problemi di instabilità economico-sociale e di scetticismo diffuso sui futuri possibili.
Il Prodotto Interno Lordo (PIL).
Il PIL è considerato uno dei principali indicatori della ricchezza complessiva di un paese (economia), mentre il PIL pro capite, che si ottiene dividendo il PIL per la popolazione, fornisce una misura della ricchezza media dei cittadini. Poiché il valore della produzione è uguale a quanto pagato alle e dalle imprese, per i fattori di produzione utilizzati (lavoro, capitale e servizi pubblici), il PIL può essere calcolato come somma dei redditi (salari e stipendi dei lavoratori, profitti delle imprese, imposte pagate allo stato) di tutta l’economia.
La competenza fondata sulla conoscenza del numero rende essenziale il dato del PIL, nelle trasposizioni di riferimento pubblico con tre metodi di calcolo; per capire la complessità di dinamiche economiche e sociali sottese nel grafico 1-Livello del PIL Italiano.

Il Reddito Civile si propone di essere un algoritmo centrale del PIL, quale indicatore della generazione della ricchezza di un Paese e di cogliere elementi macroeconomici dinamici; non micro-redistributivi, vieppiù funzionali a concorrere nel rigenerare e conservare livelli di consumo, aumentare la produzione, la velocità di rotazione e circolazione del reddito nazionale, da cui il PIL è esso stesso generato, come nel successivo grafico 2-PIL e Reddito Civile.

Società, benessere ed economia.
Il Reddito Civile rappresenta un titolo di appartenenza e di partecipazione sociale alla cogenerazione, rotazione e crescita del PIL che può valere anche nei momenti di disoccupazione temporanea, con impiego in attività di servizio sociale, di formazione propria o a terzi del cittadino. Tale logica potrebbe valere anche per politiche disciplinate di immigrazione, di formule di riconversione, allargamento, rotazione, crescita professionale traslando il contenuto del reddito dal concetto di luogo (Cittadinanza), ove questo avesse prevalente rilevanza, a quello dell’attività svolta; del contributo al PIL generato. Ciò consentirebbe di dirimere le controversie circa la dimensione e il ruolo del “Salario Minimo”. Il Reddito Civile è l’azione del governo: una funzione del PIL che serve ad attivare, cogliere e dimostrare elementi di miglioramento, peggioramento, pro-ciclici e anticiclici, prodromici e distorsivi etc. che gli individui e i territori di riferimento (aree, distretti, comuni etc.) possono esprimere. Praticamente il Reddito Civile diviene misura condivisa dell’accordo di cooperazione tra individui e società civile, loro organizzazioni e rappresentanze. Esiste in tal senso l’esperienza del modello di contrattazione in Germania tra Sindacati, Imprese e Governo. È un parametro attivo di partecipazione nel generare e conservare con responsabilità il nesso giuridico-economico di sviluppo del patto sociale; strumento adottivo, innesto civico ed etico all’economia sociale del Paese. Sono metodologie e risultati: le colonne portanti delle valutazioni per le banche centrali mondiali e parametri della fiducia, dei rating dei Paesi e delle scelte di investimento industriale, finanziario, vieppiù elementi di misurazione della stabilità dell’economia globale. A livello provinciale, regionale, nazionale ed europeo il PIL diviene il Reddito Civile.
I dati e i valori indicati sono estratti da “Gli andamenti di lungo periodo dell’economia italiana” a cura del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, aggiornato ad aprile 2023.
Il Reddito Civile nelle misurazioni è il PIL Pro capite calcolato al netto della Quote del PIL destinate al Risparmio e le Quote destinate agli Investimenti appropriatamente ponderato per le disparità dei dati conferiti.
Il successivo grafico 3-Evoluzione del Reddito pro-capite esprime l’evoluzione del PIL pro capite 2001-2021 in confronto con Zona Euro (19 Paesi) e Unione Europea (27 Paesi). Degni di nota sono i superamenti nel Reddito pro capite subiti dall’Italia nel 2005 ad opera della Zona Euro e nel 2015 ad opera della UE.

Nel grafico 4-PIL Pro capite e Totale successivo si rappresenta che nel 2022 il PIL Italiano pro-capite è risultato pari a € 32.441 rispetto ad un PIL totale di € 1.909,2 miliardi.

I valori sono rappresentati su due scale diverse, PIL Pro capite in rosso, con ordinata sinistra, a valori in euro; PIL Totale in blue, con ordinata destra, a valori in miliardi di euro. L’andamento del PIL pro capite nel 2022 non si discosta da quello del PIL totale, poiché la variazione percentuale della popolazione risulta minore della variazione del PIL, e non modifica in modo sostanziale il risultato del PIL pro capite.
Esula dallo scopo di questo lavoro indicare elementi di recupero di competitività del PIL pro capite (che non può essere la riduzione della popolazione), riduzione dell’inflazione (connesso il “sacrifice ratio” che indica la perdita percentuale cumulata di PIL osservata in un periodo per una riduzione permanente dell’1% di inflazione), azioni di politica monetaria, politiche di bilancio e dialogo con le parti sociali.
Nel calcolo del Reddito Civile si propone una rilettura del PIL pro capite con la diminuzione del medesimo in primis di una Quota percentuale pari all’incidenza che ha il Risparmio sul PIL come rappresentato nel successivo grafico 5-Risparmio in % del PIL.

Analogamente nel calcolo si acquisisce un’ulteriore diminuzione di una Quota percentuale pari all’incidenza che hanno gli Investimenti sul PIL con dati nel grafico 6-Investimenti in % del PIL.

Il Reddito Civile 2022 si calcola nel grafico 7.

L’idea quantitativa è che il Reddito Civile possa suggerire una misura del minimo livello di reddito necessario alla vita civile per un cittadino, con il vincolo figurativo che il medesimo non possa, unicamente, permettersi gli accantonamenti di risorse del Risparmio e degli Investimenti. Questi ultimi, Risparmio e Investimenti sarebbero compiti dello Stato in una condizione di recessione e di equilibrio a zero della crescita del PIL. In altre parole, il Reddito Civile si pone concettualmente alla ricerca della misura di Reddito Economico e Reddito Sociale e come “essenza”; realizza un “ponte ideale” che completa “l’essere umano economico razionale” nel divenire e sentirsi “l’essere umano socialmente adattabile”. Il Reddito Civile è, altresì, parametro di Risultato e Strumento di “effettualità” del cittadino, soggetto a divenir sé stesso, misurabile nella natura materiale e nell’economia sociale, comportamentale di etica del benessere.
Anche il pensiero keynesiano in tempi di recessione prevede un intervento attivo nell’economia di stimolo alla domanda, sostegno dell'occupazione ed algoritmo del “moltiplicatore”. Inoltre, il Reddito Civile risponde meglio al Modello del Ciclo di Vita del Reddito e dei Consumi di Franco Modigliani anche nei dati regionali per le famiglie.
Infatti, altro argomento sono i territori, poiché in Italia le 20 regioni dispongono di PIL regionali sensibilmente diversi tra loro. Il concetto tecnico di PIL pro capite regionale, origina il Reddito Civile regionale, affinché risulti adeguato al costo della vita dei singoli territori (consumi, affitti, salari etc.), e subisce un elemento di ponderazione, in rettifica data la base100 per la Regione con il PIL pro capite più alto (Trentino-Alto Adige). Il grafico 8 suggerisce il Reddito Civile RETTIFICATO e PONDERATO per mitigare l’effetto percentuale di riduzione delle Quote dei Risparmi e degli Investimenti.

L’effetto mitigante, che deriva dalla ponderazione, assume significativa efficacia se si considera il grave livello di disparità e diseguaglianza nella generazione di PIL tra le Regioni che si amplifica con l’osservazione dei dati Contributivi del Ministero dell’Economia e delle Finanze per il reddito pro capite (dichiarazione fiscale) delle 109 province italiane. Queste ultime nel 2021 riferiscono Milano pari a €33.703 annuo (base 100,00) equivalente ad un’ipotesi di “Reddito Disponibile Dichiarato”, perché calcolato sulle Dichiarazioni Contributive, pari a €19,14 orario, che risulta rettificato a €10,68 orario al netto di Risparmio e Investimento. Per converso il dato omologo di Reddito Disponibile Dichiarato” ad Andria risulta pari a €13.802 annuo (equivalente a 40,95 di base 100), pari a €7,84 orario che risulta rettificato e ponderato a €6,42 al netto di Risparmio e Investimento. Il dato medio del Paese 2021 pari a €20.745 annuo (equivalente a 61,55 su Milano base 100) esprime un Reddito Disponibile Dichiarato” pari a €11,79 orario che risulta rettificato e ponderato (base 100 Milano) pari a €8,58 orario al netto di Risparmio e Investimento. Analogamente è rilevante la lettura dei dati per centri urbani, distretti a vario titolo aggregati e “poligoni geografici” industriali, turistici, agricoli, per numero di abitanti, cluster di imprese, segmentazioni per età. (anche con analisi di sensitività sulla politica migratoria per superare “l’inverno demografico” come fatto nel Regno Unito).
In Italia il redito disponibile dichiarato, pro capite 2021, mostra elevato livello di concentrazione nel grafico 9.

Inevitabilmente, è appropriato avere uno sguardo e un respiro europeo, il mercato unico europeo e i Paesi dell’euro. Per quest’ultima, si è per lungo tempo creduto che il pensiero di integrazione comunitaria potesse essere un processo ideale in grado di creare, al pari del “quantitative easing”, incentivi capaci di indirizzare e perseguire robuste traiettorie nella formulazione reale di competitività operativa che sia figlia di una vincente produttività differenziale e non di salari nominali, indeboliti dall’inflazione. La produttività è l’elemento tracciante del moltiplicatore, di introduzione della tecnologia, nella assegnazione delle risorse anche del PNRR, non a pioggia, come tali anche in materia di Reddito Civile per la generazione di ricchezza. La produttività, innestata dal Reddito Civile, non può porre nessuna risorsa in condizione di marginalità o isolamento verso una concorrenza intensiva che chiama investimenti accanto a recuperi di equità, rilancio su scelte di mercato e volumi di sviluppo, con vantaggio delle economie di scala. Del resto, nel mercato unico dell’Unione Europea, la virtuosa impossibilità di svalutazioni costringe i Paesi a bilanci sostenibili che non possono risultare soltanto dal taglio dei costi, bensì anche da riforme strutturali nella politica economica di medio, lungo periodo. In un’economia, seppure volatile, di crescita e sviluppo il Reddito Civile, conferisce centralità al Lavoro, diviene pietra angolare del Diritto del Lavoro in un’Economia del Lavoro., perché costituisce l’innesto civico di dignità, economica nel terreno sociale, il primo moltiplicatore di risorse, altrimenti inattive e/o assenti nell’economia reale e fuori dalla filiera della generazione di PIL.
Conclusioni.
Il Reddito Civile è un contributo sul Lavoro, sul Diritto, sull’Europa: traccia organica di discussione sensibile alla complessità delle scelte che la situazione economico-sociale del Paese pone alla Nostra attenzione di giusnaturalisti ed economisti. Nondimeno il tema civico-scientifico del Lavoro e della Dignità, collocato nella ricerca di una misura del Reddito Civile dinnanzi a questioni rilevanti sulle attuali variabili macroeconomiche (inflazione, recessione, tassi di interesse onerosi, incertezza, esodo dal Paese, finanziamento del debito, immigrazione, tecnologie, futuro, rating…). Benessere, Lavoro e Dignità posti da giusnaturalisti e costituzionalisti, nel rispetto della capacità contributiva dell’individuo (Art. 53 Costituzione Italiana: Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività).

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