testo integrale con note e bibliografia

Premessa
A partire dagli anni ‘90 il sistema pensionistico italiano ha subito importanti modifiche. Con il progressivo aumento della durata della vita media ed il conseguente allungamento del periodo di pagamento delle pensioni, le regole di determinazione di queste ultime sono state riviste, anche in funzione delle esigenze di sostenibilità dei conti pubblici. In particolare si è gradualmente passati dal sistema retributivo a quello contributivo, sono stati innalzati sia l’età richiesta per andare in pensione sia gli anni di contributi necessari per il pensionamento e, una volta in pagamento, la pensione viene rivalutata unicamente sulla base dell’inflazione.
Al fine di rendere più solido il complessivo sistema previdenziale ed idoneo a far fronte alle diverse possibili evoluzioni sia in ambito economico che demografico, in linea con le esperienze maturate in ambito internazionale, anche in Italia si è affiancato alla previdenza pubblica un sistema di fondi pensione complementari istituiti dalle parti sociali o dagli intermediari finanziari. La previdenza complementare offre quindi l'opportunità di integrare la pensione pubblica, permettendo ai lavoratori di accumulare risparmi aggiuntivi che possono essere utilizzati per mantenere un tenore di vita adeguato una volta raggiunta l'età pensionabile, consentendo loro di pianificare meglio il futuro finanziario, offrendo flessibilità e personalizzazione in base alle proprie esigenze ed obiettivi.
Inoltre, la previdenza complementare può contribuire alla stabilità economica del paese, promuovendo l'investimento in fondi pensione che supportano l'economia reale e rispettano i principi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG).
Proprio in considerazione delle funzioni sociali svolte, lo Stato riconosce alla previdenza complementare particolari agevolazioni fiscali, di cui altre forme di risparmio non beneficiano.
1. L’offerta della Previdenza Complementare in Italia
Alla fine del 2023, in Italia c’erano 302 forme pensionistiche: 33 fondi negoziali, 40 fondi aperti, 68 Piani Individuali Pensionistici (PIP) e 161 fondi preesistenti (questi ultimi in progressivo consolidamento con conseguente crescita della dimensione media e guadagno di efficienza a vantaggio degli iscritti).
Sempre alla fine del 2023 le forme complementari totalizzano 9,6 milioni di iscritti, il 3,7 per cento in più rispetto all’anno precedente . Per tutte le forme pensionistiche si è osservata una ripresa delle iscrizioni una volta superata la fase dell’emergenza pandemica. In percentuale delle forze di lavoro, gli iscritti ai fondi pensione sono pari al 36,9 per cento. Gli iscritti ai fondi negoziali sono 3,9 milioni, il 5,4 per cento in più rispetto al 2022. Buona parte delle nuove adesioni è da ricondurre al meccanismo della adesione contrattuale, che, in base alle previsioni dei contratti collettivi, iscrive in automatico i lavoratori al loro fondo di riferimento per effetto del versamento di un contributo a carico del solo datore di lavoro. Hanno continuato a crescere anche le iscrizioni nel settore del pubblico impiego attraverso il meccanismo del silenzio-assenso introdotto per i lavoratori di nuova assunzione dal 2019. Gli iscritti ai fondi aperti sono 1,9 milioni e quelli ai PIP 3,9 milioni; la crescita è, rispettivamente, del 5,9 e dell’1,7 per cento. Gli iscritti ai fondi preesistenti sono 656.000 .
Guardando, sempre alla fine del 2023, alla segmentazione della composizione degli iscritti per genere, si osserva che le donne costituiscono il 38,3 per cento del totale, percentuale invariata rispetto a cinque anni prima. Il gap di genere si concentra soprattutto nei fondi negoziali e riflette la minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, mentre nei prodotti di mercato risulta meno marcato, infatti nei fondi negoziali le donne sono il 27,3 per cento del totale, mentre sono il 42,6 per cento nei fondi aperti e il 46,6 nei PIP .
Alla stessa data, la segmentazione della composizione degli iscritti per età evidenzia che prevalgono le classi intermedie e quelle più prossime al pensionamento: il 47,8 per cento degli iscritti ha un’età compresa tra 35 e 54 anni ed il 32,9 per cento ha almeno 55 anni. La percentuale degli iscritti al di sotto dei 35 anni è del 19,3 per cento, 1,7 punti percentuali in più rispetto a cinque anni prima. All’interno della componente più giovane, quella con meno di 20 anni di età è salita dal 2,2 per cento del 2019 al 2,6 del 2023 . Ciò rispecchia decisioni familiari di aprire una posizione previdenziale per i propri figli in vista di una successiva alimentazione con versamenti autonomi una volta che essi entreranno nel mondo del lavoro.
Osservando, infine, sempre alla fine del 2023, la residenza, il 57,1 per cento degli iscritti è situata nelle regioni del Nord.
2. L’impegno della Country Italia di Generali nella Previdenza Complementare
Il Gruppo Generali in Italia è da tempo attivo nella Previdenza Complementare, affiancando alla propria offerta di polizze vita, da parte delle società rientranti nel perimetro della Country Italia (Generali Italia S.p.A., Alleanza Assicurazioni S.p.A. e Genertel S.p.A.), sia Fondi Pensione Aperti che Piani Individuali Pensionistici (PIP), variamente caratterizzati rispetto ai diversi target market di riferimento della clientela delle singole società ed ai bisogni da questa espressi.
Ai fondi pensione, costituiti sotto forma di patrimonio separato e autonomo rispetto a quello delle società istitutrici, in quanto destinati esclusivamente al pagamento delle prestazioni degli iscritti, è possibile aderire sia su base volontaria da parte del singolo soggetto, che in forma collettiva, ad es. da parte di tutti i lavoratori appartenenti ad una determinata impresa in base a quanto stabilito dal loro contratto collettivo di lavoro.
Ai PIP, che pure vanno a costituire un patrimonio separato e autonomo rispetto a quello della Compagnia di assicurazione che li istituisce mediante dei contratti di assicurazione sulla vita, è invece possibile aderire solo su base individuale.
Entrambe le forme richiedono il versamento di contributi ed i versamenti, comprensivi di rendimenti e al netto di commissioni e imposte, rappresentano il montante che costituirà la pensione integrativa, ad integrazione della pensione obbligatoria.
Ai fondi pensione e ai PIP può aderire chiunque - indipendentemente dall'età o che svolga o meno un'attività lavorativa, dipendente o autonoma che sia – ha l’obiettivo di garantirsi un’integrazione di reddito per il momento della pensione; possono quindi essere (i) lavoratori, dipendenti, autonomi, liberi professionisti, (ii) titolari di redditi diversi da quello da lavoro, (iii) studenti, (iv) minori o altri soggetti fiscalmente a carico dell'aderente e (v) persone vicine al momento del pensionamento, che abbiano l’obiettivo di proseguire la partecipazione al fondo pensione per almeno 5 anni.
La Previdenza Complementare ha un ruolo importante nell’offerta della Country Italia. Complessivamente al 31 dicembre 2023 gli aderenti totali a livello di Country Italia erano circa 1.5 milioni. Alla stessa data, in Generali Italia il PIP rappresenta circa il 40% delle riserve rispetto agli investimenti in prodotti IBIPs.
Dall’analisi del portafoglio si evidenzia che anche nella Previdenza Complementare di Generali Italia gli iscritti sono prevalentemente concentrati nelle classi di età intermedie e più prossime al pensionamento, anche se si nota una progressione della percentuale di partecipazione più lineare rispetto al mercato, questo anche in considerazione delle iniziative che la Compagnia ha nel tempo previsto per le categorie più giovani di aderenti.
È da sottolineare che i prodotti sono strutturati al fine di rispondere non solo ad esigenze previdenziale ma anche di sostenibilità. Sempre più soluzioni presenti sul mercato destinano le risorse raccolte in investimenti in economia reale, finanziando aziende e realtà che si impegnano a rispettare i principi ESG e ad adottare pratiche rispettose della transizione ecologica, ambientale e sociale. Investire in fondi pensione, per le caratteristiche intrinseche della previdenza, rappresenta anche una scelta di finanza sostenibile.
3. Prospettive per la Previdenza Complementare
Uno studio dell’Università La Sapienza ha evidenziato che il 97% degli italiani pensa che sia necessario integrare la propria pensione pubblica per vivere dignitosamente dopo la pensione. Ma non sempre sanno come fare. Non solo. Il 74% degli italiani prova emozioni negative quando pensa alle proprie prospettive di pensionamento, molti temono che l’età pensionabile prevista continui ad aumentare ben oltre i 70 anni ed il 52% degli italiani non ha un fondo pensione complementare, in particolare i disoccupati e chi percepisce redditi più bassi.
In uno scenario non semplice, il sistema italiano della previdenza complementare, sulla base delle analisi effettuate dalla Covip, ha complessivamente mostrato una sostanziale resistenza. Le adesioni e le contribuzioni sono cresciute come negli anni precedenti e, pur considerando le perdite del 2022, i rendimenti, valutati in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo e facendo riferimento alle medie generali relative a tutti i comparti, rimangono in media positivi, e sostanzialmente in linea con i tassi di rivalutazione del TFR.
La Covip stessa mette però in evidenza come lo sviluppo della previdenza nel nostro paese non sia semplice.
La sostanziale stabilità dei flussi di nuovi iscritti e di contributi conferma che il sistema previdenziale accoglie prevalentemente uomini di età matura, inseriti in imprese ragionevolmente solide e in grado di dare continuità ai flussi di finanziamento. Donne e giovani continuano ad essere meno presenti. Ciò significa che proprio le figure meno forti, per le quali sarebbe più pressante la necessità di un futuro previdenziale più solido fanno fatica ad entrare nel mondo della previdenza complementare.
Nelle prospettive di lungo periodo, tuttavia, pare essere la demografia il principale fattore strutturale di condizionamento.
Il nostro Paese è infatti caratterizzato da un processo di invecchiamento rapido e tale tendenza demografica è destinata ad incidere significativamente sulle prospettive di crescita del Paese in termini di prodotto complessivo, che è anche alla base della rivalutazione nel tempo dei contributi versati alla previdenza pubblica.
Inoltre le condizioni attuali del mercato del lavoro italiano, incrociate con le allungate aspettative di vita, stanno creando non pochi problemi rispetto alla sostenibilità sociale del nostro sistema previdenziale pubblico.
Le conseguenze principali di questi fenomeni ricadono sulle nuove generazioni, le quali si trovano oggi nella difficile condizione di dover trovare un modo per prevenire i rischi legati alla discontinuità lavorativa, alla diffusione dei contratti atipici e all’impoverimento delle condizioni retributive.
Quali sono allora le azioni e gli interventi che si potrebbero implementare?
Secondo la stessa Covip andrebbe innanzitutto considerato il ruolo di interventi mirati sul sistema degli incentivi all’adesione e alla contribuzione per agevolare, in particolare, l’inclusione nel sistema previdenziale delle fasce più deboli di lavoratori e per raggiungere una maggiore equità intergenerazionale.
In questa prospettiva, l’innalzamento del limite di deducibilità appare uno strumento poco incisivo considerando che solo i lavoratori delle fasce di reddito più elevate sono in grado di dedurre i contributi fino al limite massimo (pari oggi a 5.164,57 euro, mentre il contributo medio è di 2.770 euro). Gli attuali incentivi fiscali andrebbero quindi rimodulati in funzione del reddito degli iscritti, eventualmente prevedendo un intervento diretto dello Stato a sostegno di determinate categorie, e in particolare dei più giovani. Andrebbe inoltre valorizzata la possibilità – oggi prevista solo nella fase di ingresso nel mercato del lavoro – di riportare in anni successivi la deducibilità dei contributi non goduta in un determinato periodo di imposta.
Un altro tema importante è la corretta informazione e formazione sul tema previdenziale; i rischi sociali connessi ad una carenza di tale aspetto sono infatti molto alti.
Sviluppare e diffondere una cultura della prevenzione in ambito pensionistico tra le giovani generazioni è dunque essenziale per provare a limitare questi rischi: da questo punto di vista, solo una diffusa conoscenza degli strumenti normativi e delle tutele a disposizione dei cittadini e dei giovani può assicurare la tenuta del sistema previdenziale a fronte del valore aggiunto che l’adesione alla previdenza complementare porta con sé.
Il Gruppo Generali ha già intrapreso iniziative in diverse direzioni per indirizzare tale aspetti.
Innanzitutto riteniamo fondamentale l’attività di consulenza personale sulla previdenza, indagando a fondo i bisogni in tale campo espressi da ciascun cliente, al fine di aiutarlo, anche attraverso attività di formazione specifica, a farli emergere appieno e supportandolo nel comprendere appieno i prodotti atti a rispondere a tali esigenze.
In tal senso sono state attivate diverse iniziative, sia a livello di direzione sia a livello agenziale, al fine di “fare cultura previdenziale”, attraverso eventi territoriali di incontro dedicati alla previdenza (i Previdenza Day) e iniziative di educazione finanziaria, che dedicano ampio spazio alle tematiche previdenziali.
Inoltre si è agito sui prodotti, sia dal punto di vista della loro completezza che della accessibilità a livello di costi. Da un lato strutturando quindi prodotti che abbinano alla previdenza coperture di long term care, che intercettano oltre ai bisogni della clientela in termini di risparmio previdenziale anche i bisogni di cura e di assistenza, giacché l’allungamento della vita si accompagna all’aumento della morbilità e della non autosufficienza e che al contempo siano sostenibili, grazie alla possibilità di scegliere di investire in sottostanti che promuovono tematiche ambientali e sociali. Dall’altro intervenendo sui costi con agevolazioni per i primi anni di partecipazione o per aderenti sotto ad una certa fascia di età.

Questo sito utilizza cookie necessari al funzionamento e per migliorarne la fruizione.
Proseguendo nella navigazione acconsenti all’uso dei cookie.