Nei prospetti allegati vengono riportati i dati relativi all’andamento dell’attività di vigilanza svolta dall’INL, attraverso le direzioni territoriali (DTL) dalla data di istituzione.
Al di là dalla mera valutazione dei dati, emerge chiaramente la necessità di urgenti interventi in termini di assunzioni ed investimenti per potenziare e migliorare le molteplici attività svolte dall’Ispettorato del lavoro che, naturalmente, non si limitano alla sola funzione di controllo.
L’idea del legislatore di creare un ente unico che si occupi in maniera integrata di vigilanza non sembra al momento aver prodotto i risultati sperati dato che di fatto la vigilanza previdenziale è ancora esercitata dall’INPS, quella assicurativa dall’INAIL mentre la vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro è stata prevista quasi esclusivamente in capo alle ASL del territorio (pertanto, sotto la diretta responsabilità regionale, dopo la modifica dell’art.117 della Costituzione) con difformi prassi applicative e frequente mancanza di coordinamento concreto ed effettivo a livello regionale ed interregionale (pur essendo previsto dalla normativa prevenzionale nazionale e regionale). Quanto al tema della salute e sicurezza sul lavoro, l’attività svolta dagli ispettorati territoriali è prevista per specifiche attività lavorative, in particolari quelle riconducibili a contesti e lavorazioni ad alto rischio (specificamente indicate dalla normativa vigente), tra le quali i cantieri, e svolta dagli ispettori tecnici attualmente presenti in numero assolutamente inadeguato.
Il legislatore è intervenuto a più riprese per cercare quantomeno di arginare la costante riduzione di personale ma, al momento, anche a causa del blocco delle procedure concorsuali dovute alla situazione sanitaria emergenziale, la carenza di organico ha raggiunto livelli che non consentono di svolgere con efficacia le funzioni attribuite all’INL, ed ancor più, alla sua rete territoriale.
A ciò si aggiunga che il nuovo PNRR prevede a tale scopo ulteriori nuove assunzioni di personale ispettivo stanziando appositi fondi e si pone come obiettivo l’incremento del 20 % delle assunzioni entro il 2024 rispetto alla media 2019/2021 e di ridurre a meno di 1/3 la distanza tra dato italiano e media UE nell’incidenza del lavoro sommerso nell’economia.
Oltre agli interventi sul piano assunzionale sarebbe altresì necessario prevedere investimenti economici per il personale (a partire dalla formazione al ruolo e per lo svolgimento concreto dell’attività di vigilanza) oltre a modifiche legislative che consentano di velocizzare le procedure legate all’irrogazione delle sanzioni amministrative attraverso procedure più snelle che velocizzino l’esecutività immediata delle sanzioni per cercare di arginare il fenomeno delle cd aziende mordi e fuggi (che spariscono nell’arco dei due anni). Allo stesso tempo occorrerebbe concentrarsi sulla effettiva applicabilità di quanto stabilito nei verbali ispettivi assicurando che gli adempimenti e le sanzioni vengano eseguiti e riscossi con la massima sollecitudine.
Ciò può avvenire attraverso una riforma della l. 689 /1981 in tema di lavoro che snellisca le procedure amministrative e attraverso investimenti in formazione e ingegnerizzazione dei processi produttivi.
Mentre, sul piano del coordinamento della vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, opportuno sarebbe procedere con la riforma complessiva del sistema, varando un’agenzia unica che possa assorbire gli organici dell’Ispettorato del lavoro e delle ASL, oggi impegnati non solo nella vigilanza, ma anche nell’azione di supporto alle imprese in tema di prevenzione, al fine di attuare non solo un sistema omogeneo su tutto il territorio nazionale, ma stabilire politiche nazionali di tutela dei lavoratori.