testo integrale con note e bibliografia
I contributi che seguono riproducono gli interventi di un gruppo di colleghi e colleghe in occasione di un incontro tenutosi nella Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza Università di Roma per la presentazione del Volume “La gestione dei rapporti di lavoro nella crisi di impresa”, curato dai tre autori di questa breve Introduzione.
L’ entrata in vigore del Codice della Crisi di impresa e dell’insolvenza rappresenta un evento di rilevante portata, non solo per i cultori della materia, bensì anche per la dottrina lavoristica, ed in generale per il mondo del lavoro ed i suoi operatori “sul campo”.
Il D.Lgs. n. 14 /2019 contiene, infatti, diverse norme dedicate al diritto del lavoro, a testimonianza della rilevanza assunta (anche) dagli interessi dei lavoratori (e non solo dei creditori) coinvolti in una crisi di impresa, al punto da reclamare una disciplina a sua volta specifica, per alcuni aspetti diversa da quella che riguarda tutti gli altri contratti.
Il Codice della Crisi dedica così ai rapporti di lavoro un’attenzione particolare, dando rilevanza agli interessi sottesi allo svolgimento del rapporto di lavoro ed alle conseguenze per i rapporti di lavoro della crisi di impresa nelle varie declinazioni che essa oggi assume: dalla composizione negoziata alle procedure di ristrutturazione del debito, dal concordato preventivo alla liquidazione giudiziale.
L’obiettivo del Codice – anche sulla base di sollecitazioni provenienti dall’UE – è di stimolare l’attivazione di strumenti per una rilevazione e soluzione precoce delle situazioni di difficoltà economica e finanziaria, prima che esse diano luogo ad una crisi, e, laddove questa poi si manifesti, gestirla in modo che non trasbordi necessariamente nella liquidazione giudiziale, ma possa consentire la continuità aziendale, certamente in vista di un migliore soddisfacimento dei creditori, ma anche in ragione della possibile e concorrente tutela dei posti di lavoro.
Di qui la necessità che gli interessi tutelati dalla normativa lavoristica si coniughino e si bilancino con gli interessi tipici della crisi di impresa, come avviene ad esempio nel caso del licenziamento che appare essere soggetto a regole che sono, o possono apparire, eterodosse rispetto a quelle ordinarie, ma che sono rese necessarie dal rispetto degli interessi dei creditori, che rimane il criterio ordinante di tutte le procedure disciplinate dal Codice della Crisi.
Di qui anche la consapevolezza che una comprensione completa del Codice della crisi reclama una interazione tra diverse discipline giuridiche, lavoristiche, commercialistiche e processualistiche.
Gli interventi che seguono ubbidiscono appunto alla logica della interdisciplinarietà, abbracciando i tre principali campi appena richiamati.
Ai tre interventi tenutisi nel corso ella presentazione del Volume abbiamo pensato di aggiungere un commento dell’avv. Galeazzo Montella ad una sentenza della Corte di Cassazione francese che si inserisce perfettamente nella prospettiva appena delineata.