TESTO INTEGRALE CON NOTE E BIBLIOGRAFIA
World Economic Forum (a cura di)
Global Gender Gap Report
GIUGNO 2024
https://www.weforum.org/publications/global-gender-gap-report-2024/
Dal 2006 il World Economic Forum (organizzazione senza fine di lucro nata in Svizzera nel 1971) redige annualmente un rapporto che misura quale sia, nel mondo, la strada percorsa verso la parità di genere . Anche quest’anno – come nei due anni passati – gli Stati presi in esame sono 146.
L’analisi viene svolta avvalendosi di una unità di misura, il c.d. Global Gender Gap Index, che analizza quattro parametri: la partecipazione economica, l’istruzione, la salute e la leadership politica.
A ben guardare, i dati che emergono dal Rapporto di quest’anno appaiono particolarmente scoraggianti. A preoccupare, in realtà, non è né l’indice a livello globale (che sembra stabile rispetto agli anni passati), né il trend dei valori regionali (che, anzi, appare in crescita in diverse zone), quanto, piuttosto, il nostro indice nazionale: l’Italia sembra infatti in “caduta libera”.
Volendo entrare più nel dettaglio, per quanto riguarda il divario globale di genere, esso risulta ad oggi colmato in media al 68,5%. Ciò significa che, al ritmo attuale, secondo il Rapporto in esame, ci vorranno ancora 134 anni circa per raggiungere la parità tra i sessi. Seppur non incoraggiante, a ben guardare, tale dato non si discosta di molto dalle stime degli ultimi anni post-pandemia (posto che nel 2023 si parlava di 131 anni per raggiungere la parità, nel 2022 di 132 anni e nel 2021 di quasi 136). Non si deve tuttavia dimenticare che le proiezioni antecedenti alla diffusione del Covid-19 stimavano in “appena” 100 anni il periodo di tempo necessario per appianare a livello mondiale il divario.
Dal punto di vista regionale, se è vero che anche quest'anno, come l’anno scorso, l’Europa si conferma la zona più avanzata del globo in termini di riduzione del divario di genere, superando il Nord America (sceso al 74.8% e in costante calo rispetto sia al 2023, in cui era al 75%, sia al 2022, in cui era al 76,9%), è però vero anche che tale primato viene detenuto dall’Europa, grazie ad una percentuale (del 75%), inferiore di ben 1,3 punti rispetto all’anno scorso e di ben 1,6 punti rispetto al 2022.
I dati appaiono tuttavia più incoraggianti, come detto, se si volge lo sguardo alle altre regioni. Solo due aree, infatti, presentano dati peggiori rispetto al 2023 e, cioè: il Medio Oriente-Nord Africa, che quest’anno mostra un gender gap colmato al 61,7% (in calo di quasi un punto percentuale rispetto allo scorso anno) e la zona dell’America Latina-Caraibi, in cui il divario di genere appare appianato al 74,2% (contro il 74,3% del 2023). Ciò è tuttavia compensato da indubbi miglioramenti nelle altre quattro regioni, se solo si pensa che l’indice di parità appare colmato: nell’Asia orientale-Pacifico al 69,2% (contro il 68,8% del 2023); nell’Asia meridionale al 63,7% (contro il 63,4% del Rapporto 2023); nell’Asia centrale al 69,2% (contro il 69% del Rapporto 2023), nell’Africa subsahariana al 68,4% (contro il 68,2% dell’anno passato).
Quanto al livello nazionale, nel Rapporto 2024 si conferma in testa alla classifica anche quest’anno l'Islanda, con un divario di genere del 93,5% (l’anno scorso l’indice era al 91,2%), seguita a pari merito, con un indice all’87,5%, dalla Norvegia (in calo rispetto all’87,9% dell’anno passato), e dalla Finlandia (in aumento rispetto all’86,3% dell’anno precedente). Volgendo lo sguardo al fondo della classifica, all’ultimo posto non troviamo, come nel 2023, l’Afghanistan – ma probabilmente solo perchè non è stato possibile monitorarlo per il Rapporto 2024 –, bensì il Sudan, con un gender gap colmato appena al 56,8%.
Infine, per quanto riguarda l’Italia, come anticipato in apertura, i dati non possono non preoccupare: il nostro Paese compare infatti all’87° posto nella classifica mondiale (con un indice di parità del 70,3%), in “caduta libera” di ben otto posizioni rispetto all’anno scorso (in cui era 79°, con un gender gap colmato al 70,5%) e di ben ventiquattro rispetto agli ultimi due anni (in cui l’Italia risultava posizionata al 63° posto, con un indice del 72%). Peggio di noi, secondo il Rapporto 2024, hanno fatto, all’interno dell’Unione europea, solo l’Ungheria, con un gender gap colmato al 68,6% (- 0,3% rispetto all’anno scorso) e la Repubblica Ceca, con un indice di parità al 68,4% (- 0,1% rispetto al 2023).